L’ergonomia può essere considerata una disciplina umanistica che si colloca in un ambito del sapere anche scientifico. L’imponderabilità delle teorie filosofiche e la ponderabilità del sapere scientifico (che si basa sul principio di quantificazione, metodo, quindi riproducibilità dei fenomeni) possono essere intesi come caratteri connotanti l’ergonomia letta nella sua complessità e vastità di aree di intervento.
Detto questo, è opportuno considerare l’ergonomia del pensiero come una disciplina umanistica che contiene in sé ramificazioni del sapere empirico e filosofico: e per diventare condotta umana non può che essere una forma di filosofia di vita centrata sulla relazione tra forma e sostanza.
Per diventare un sapere collettivo, essa si deve basare su un pensiero simbolico, oltre che concreto, abitato da metafore-guida, un po’ come avviene nelle interiorizzazioni delle narrazioni mitologiche in grado di fotografare gli stati dell’essere. L’ergonomia del pensiero necessita pertanto di contenuti tecnici che illustrino le condizioni volte a garantire un benessere psicofisico della persona, entro gli ambienti di lavoro, per una corretta relazione tra produttività, sicurezza nel lavoro e salute, ma è anche una dimensione dell’essere improntata ad un’igiene di vita che è anche acquisizione di senso critico, capacità di lettura dei fenomeni, ricerca di equilibrio, armonia, ordine interiore.
A questi ultimi aspetti, meno palpabili rispetto a quelli tecnici, ma pure importanti, ci riferiamo, per definire l’ergonomia del pensiero una scienza dell’essere che non ha i caratteri della riproducibilità scientifica, bensì possiede i caratteri del metodo in grado di innescare buone pratiche di vita, migliorando spontaneamente il singolo, e di riflesso una collettività composta da individui interagenti, entro una forma di educazione permanente del sé, naturalmente condivisa.
In questi termini l’ergonomia risulta a tutti gli effetti materia umanistica da trattare con processi di analisi e sintesi del pensiero, con tagli trasversali e interdisciplinari, in cui il dato empirico, quello tecnico, e quello filosofico, tra pensiero concreto e astratto, si intrecciano, riproducendo la natura fisica e metafisica dell’umano, e il legame, da sempre cercato, tra realtà e idealità.
(L.Secchi, C. Giunchino)
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