mercoledì 14 novembre 2012

Per una possibile definizione di ergonomia

L’ergonomia può essere considerata una disciplina umanistica che si colloca in un ambito del sapere anche scientifico. L’imponderabilità delle teorie filosofiche e la ponderabilità del sapere scientifico (che si basa sul principio di quantificazione, metodo, quindi riproducibilità dei fenomeni) possono essere intesi come caratteri connotanti l’ergonomia letta nella sua complessità e vastità di aree di intervento.

Detto questo, è opportuno considerare l’ergonomia del pensiero come una disciplina umanistica che contiene in sé ramificazioni del sapere empirico e filosofico: e per diventare condotta umana non può che essere una forma di filosofia di vita centrata sulla relazione tra forma e sostanza.

Per  diventare un sapere collettivo, essa si deve basare su un pensiero simbolico, oltre che concreto, abitato da metafore-guida, un po’ come avviene nelle interiorizzazioni delle narrazioni mitologiche in grado di fotografare gli stati dell’essere. L’ergonomia del pensiero necessita pertanto di contenuti tecnici che illustrino le condizioni volte a garantire un benessere psicofisico della persona, entro gli ambienti di lavoro, per una corretta relazione tra produttività, sicurezza nel lavoro e salute, ma è anche una dimensione dell’essere improntata ad un’igiene di vita che è anche acquisizione di senso critico, capacità di lettura dei fenomeni, ricerca di equilibrio, armonia, ordine interiore.

A questi ultimi aspetti, meno palpabili rispetto a quelli tecnici, ma pure importanti, ci riferiamo, per definire l’ergonomia del pensiero una scienza dell’essere che non ha i caratteri della riproducibilità scientifica, bensì possiede i caratteri del metodo in grado di innescare buone pratiche di vita, migliorando spontaneamente il singolo, e di riflesso una collettività composta da individui interagenti, entro una forma di educazione permanente del sé, naturalmente condivisa. 

In questi termini l’ergonomia risulta a tutti gli effetti materia umanistica da trattare con processi di analisi e sintesi del pensiero, con tagli trasversali e interdisciplinari, in cui il dato empirico, quello tecnico, e quello filosofico, tra pensiero concreto e astratto, si intrecciano, riproducendo la natura fisica e metafisica dell’umano, e il legame, da sempre cercato, tra realtà e idealità.  

(L.Secchi, C. Giunchino)

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